Molti degli iscritti ai nostri corsi di KungFu sono preadolescenti, ossia appartengono a quella fascia d’età che va circa dal primo anno della scuola primaria di secondo grado (le vecchie medie) al primo anno della scuola secondaria (le superiori di una volta); l’età in bilico tra l’infanzia e l’adolescenza.
Con l’avvento della pandemia la vita è cambiata radicalmente sotto diversi aspetti, in particolare l’isolamento forzato a cui siamo stati costretti è un aspetto piuttosto rilevante che ha modificato la routine della maggior parte delle persone, in particolare nei giovani che, come dice la psicologa Pietrabissa, “ha subito cambiamenti considerevoli e potenzialmente destabilizzanti”.
Ho proposto un’intervista ai nostri ragazzi fatta di 10 domande, per invitarli a raccontare e a “tirar fuori”, ciò che per loro ha rappresentato l’isolamento in questo lungo periodo che ancora non è finito e di cui, ci pare di tanto in tanto, di vedere la luce in fondo al tunnel…
L’intervista è su base volontaria e anonima, quindi per i tre ragazzini che hanno partecipato verranno usati dei nomi di fantasia: Giulia, Luca e Mirko.
1. Quali pensi che siano le fasce d’età maggiormente colpite emotivamente dalle restrizioni imposte a causa del Covid e perché.
G. – Le fasce d’età più colpite emotivamente secondo me sono appunto quelle dei ragazzi perché, come hai detto tu shifu*, non potevano vedersi con gli amici.
L. – Sicuramente le fasce d’età più colpite sono gli adolescenti e i bambini che, abituati ad uscire spesso, chiusi in casa si annoiavano e si sentivano sicuramente peggio degli adulti.
M. – La fascia d’età più colpita dalle restrizioni è quella dai 10 ai 16 anni, per il motivo che si era abituati ad uscire ed a divertirsi con gli amici ma, in un momento del genere, l’unica possibilità era quella di restare chiusi in casa.
2. Ritieni che con il covid la tua vita sociale e quella dei tuoi coetanei sia stata in qualche modo interrotta o compromessa? Se sì, in che modo? Potresti fare degli esempi?
G. – Abbastanza perché avevo incominciato a uscire con la mia migliore amica duratne alcuni venerdì nei quali non dovevamo fare i compiti per forza, però con il covid non abbiamo più potuto (anche se molti ragazzi uscivano comunque anche con la zona rossa e infrangevano alcune norme di sicurezza).
L. – Sono convinto che la vita sociale mia e dei miei coetanei sia stata cambiata durante il lockdown, ma non penso che sia stata compromessa. Nonostante ciò la quarantena ha cambiato le abitudini di tutti, per esempio degli amici che prima non mi chiamavano mai, adesso si fanno sentire più spesso, anche tramite videochiamate.
M. – Prima della quarantena c’erano giorni in cui passavo più tempo fuori che in casa (tra allenamenti uscite con gli amici di scuola) ma nel momento della quarantena stavo sempre in casa davanti allo schermo e uscivo solo dietro casa qualche volta.
3. Com’era la tua giornata tipo prima del covid e com’è la tua giornata tipo in periodo di quarantena?
G. – Non è cambiata molto perché “in presenza” la mattina mi alzo, mi preparo e vado a scuola, in D.A.D mi alzo, mi preparo e cammino qualche metro fino al tavolo dove accendo il computer e faccio le lezioni.
L. – Prima del Covid mi alzavo alle 6:45, mi vestivo, facevo colazione, andavo a scuola, tornavo a casa, facevo i compiti e la sera giocavo con i miei amici online. In quarantena invece mi svegliavo ogni giorno ad un’ora diversa a seconda di quando avevo lezione, facevo i compiti nelle ore libere tra una lezione e l’altra e poi giocavo il pomeriggio.
M. – C’erano giorni in cui insieme ai miei compagni ci incontravamo online su zoom per passare un po’ di tempo anche se, non si mette in dubbio, che ci divertivamo molto di più quando uscivamo a giocare a pallone.
4. Hai modo di vedere o sentire i tuoi amici? In che modo? Pensi che questo periodo ti abbia allontanato dai tuoi amici?
G. – Ora che siamo in zona arancione ci vediamo a scuola invece in d.a.d ci scrivevamo su WhatsApp.
L. – Per fortuna riesco a sentire tranquillamente i miei amici ogni giorno senza problemi tramite le videochiamate e il mio rapporto con loro non è assolutamente peggiorato, anzi, durante la quarantena ci sentiamo molto più spesso.
5. Quanto ti senti emotivamente sopraffatto dalle quarantene imposte su una scala da zero a dieci?
G. – 7 e mezzo/8, perché sinceramente sono una persona piuttosto pigra😂, quindi la mattina non dovevo alzarmi presto per uscire al freddo e camminare fino a scuola e le lezioni in D.A.D erano di meno (però la mia vista è peggiorata a stare 4 ore o più davanti ad uno schermo).
L. – 8
M. – La quarantena non mi ha dato troppi problemi emotivamente. 3
6. Avevi una fidanzato/fidanzato che non hai potuto più vedere? O magari stava per nascere una storia? O più semplicemente avresti voluto conoscere un possibile partner? Se sì, credi che questo evento abbia influito sul vostro rapporto?
G. – Non sono mai stata fidanzata e non interesso a nessuno a parte uno che però a me non piace 😂.
L. – No
M. – Nel momento della quarantena ero “single”, però magari conoscere gente nuova con cui uscire sarebbe stato piacevole.
7. Riguardo la scuola, tu e i tuoi compagni, per quanto tu ne sappia, avete seguito bene le lezioni? So che alcuni hanno avuto difficoltà perché non posseggono pc o tablet adatti, oppure che alcuni pur connettendosi per le lezioni on line, non le hanno seguite per nulla, cosa mi dici al riguardo?
G. – I prof credo che in d.a.d erano molto più rilassati perché non facevamo tutto il casino che facciamo in classe, però la metà della classe chiudeva microfono e telecamera e stava col telefono (onestamente a volte anche io l’ho fatto) oppure, se si correggevano i compiti, scrivevano che non gli andava il microfono solo perché non li avevano fatti, oppure dicevano che non gli andava la telecamera per farsi i cavoli loro.
L. – Purtroppo ho dei compagni di classe che, a causa del fatto che avevano pochi mezzi, hanno fatto molta fatica seguire le lezioni, altri invece la usavano come scusa per non fare lezione. Per chi invece non aveva nessun tipo di problema la situazione non è cambiata affatto.
M. – La scuola per me non è stato un problema, ad ogni lezione sono stato presente, ma alcuni miei compagni, hanno avuto difficoltà a collegarsi anche se qualche volta non sembravano tanto problemi ma più una scusa per non presentarsi.
8. Come è stato stare tanto tempo a casa con la famiglia? Lati positivi e lati negativi.
G. – Specialmente nel 1° lock down male, perché i miei genitori non li sopportavo più, volevo andarmene dai miei nonni ma non potevo😒.
L. – Vivere con mia madre per tanti mesi non è stato facile. Lei infatti lavorava tutto il giorno e sinceramente la vedevo di più quando andava in ufficio. Per fare un esempio pratico capitava più spesso che io dovessi mangiare da solo, nonostante abitassimo nella stessa casa.
M. – I lati positivi della quarantena sono: il tempo trascorso con i miei famigliari. I lati negativi sono: La noia, non poter uscire quando c’era buon tempo, frequentare le lezioni di kung-fu in casa, in spazi limitati.
9. Pensi che questa esperienza ti abbia cambiato? Come ti percepivi prima e come ti percepisci ora?
G. – Sì, specialmente a dicembre che sono rimasta a casa dei miei nonni perché loro avevano preso il covid e poi l’hanno trasmesso a me e mio padre. In quel mese vivevo praticamente da sola, mio padre stava sempre in un’altra stanza e ho imparato le cose importanti della vita, mi sono accorta che stavo sempre al telefono senza mai stare con la mia famiglia, mi sentivo più grande e indipendente perché era come se fossi in una casa mia dove abitavo da sola col mio gatto, lavavo io i piatti e “facevo da mangiare” (scaldavo le cose che mia zia mi portava) e potevo decidere io per me, fare quello che credevo meglio e tanto se sporcavo qualcosa pulivo io.
L. – Penso che sia rimasto uguale e che, come ho detto prima, ho cambiato le mie abitudini solo durante la quarantena e non in modo definitivo.
M. – Tranne i cambiamenti fisici penso che non sia cambiato più di tanto.
10. Cosa pensi che farai da adulto e, come pensi di raggiungere il tuo obiettivo? Il Covid ha cambiato la visione che hai del tuo futuro?
G. – Spero di avere un buon lavoro, una famiglia e abbastanza soldi per viaggiare in tutto il mondo.
L. – Da adulto mi piacerebbe lavorare in aiuto dell’ambiente, magari come ingegnere ambientale. Penso che il Covid non abbia cambiato la mia idea.
M. – Il covid-19 mi ha fatto riflettere su quale scuola affronterò alle superiore e quale strada affrontare.
Si ringrazia i ragazzi che hanno partecipato all’intervista dando testimonianza di questo periodo che credo nessuno dimenticherà mai. Spero che sia stata utile sia a loro, sia a noi adulti aver potuto leggere le loro risposte.
*Shifu – è una parola cinese che significa maestro, viene usata dagli allievi per rivolgersi al proprio marestro.